Sabato 11 e domenica 12 novembre, come richiesto dalla segreteria nazionale del PD si sono svolti, presso i vari circoli della provincia di Napoli i congressi provinciali e cittadini, i quali hanno eletto le componenti delle rispettive segreterie. Anche Pomigliano ha eletto la nuova segreteria cittadina dopo un’accesa battaglia tra le varie correnti interne, e dunque con 376 voti è stato eletto segretario Vincenzo Romano, noi l’abbiamo incontrato.

In che condizioni ha vissuto il partito in questi ultimi due anni?

Il problema è che il partito in questi due anni non è esistito. Se da un lato c’è stato un enorme vuoto politico, dall’altro c’è stato un gruppo di persone che mi è stato vicino partendo dalle primarie del 2015, che seppure in forma associativa ha organizzato varie iniziative: “Legge Gadda sullo spreco alimentare e farmaci”; “Scuola, Salute pubblica e sicurezza Minorile”; “Intercultaralità”; “Sport”; “Jobs Act”; fino al Referendum del 4 dicembre col “Comitato per il SI” strutturando vari eventi formativi sul punto. Durante questa assenza del partito, col gruppo abbiamo più volte sollecitato gli organi del partito regionale e provinciale a gettare le basi per creare una nuova struttura interna.

Poteva andare via dopo la sconfitta nelle primarie del 2015, perché è rimasto?

Dopo 5 anni di consiglio comunale, tra il 2010 e del 2015 e di opposizione a 360° avevo deciso di partecipare sfidando Michele Caiazzo alle primarie per andare contro un sistema che si riproponeva. L’esito di quelle primarie, “ombrose”, mi hanno spinto a non lasciare il partito e a non candidarmi altrove, nonostante molti cittadini mi chiedessero di candidarmi comunque in liste civiche. Si è vero, ho perso, ma non potevo abbandonare il PD. Ed è per questo che mi sono proposto per la sua ricostruzione, cominciando appunto dalla segreteria.

Nella primavera del 2018 il primo impegno per il rinnovato Partito Democratico nella città delle fabbriche, diventata ormai roccaforte di Luigi Di Maio. Bisognerà misurarsi con una realtà completamente differente rispetto a 5 anni fa. Come intende recuperare il terreno perduto? 

E’ evidente che i tempi sono ristretti, appena 4 mesi. Ci doteremo di organizzazione e di regole. Loro partono col vantaggio di un PD rimasto a guardare per troppo tempo. Non esiste solo Di Maio, ci misureremo anche con i partiti di Centro Destra che fanno parte dell’attuale maggioranza del consiglio comunale. Noi all’appuntamento ci arriveremo macinando terreno, trattando temi importanti per il territorio. Sarà importante la sinergia tra rappresentanti di tutti i livelli del PD, attivandoci con una grossa campagna cercando di ascoltare i cittadini e soprattutto assolvere alla funzione che è propria di un partito, cioè quella di elaborazioni di soluzioni concrete.

Qual è il progetto del PD a Pomigliano, e perche la gente deve tornare a credere in lui?

Quello che nascerà a Pomigliano sarà un partito che sappia concretamente capire il volere della gente. Un partito riformatore e popolare che si attribuisca l’onere di rappresentare i cittadini, dimostrando credibilità e professionalità. Sarà creata una classe dirigente composta da donne e uomini che studi i fenomeni, comprenda le realtà storiche. Proponga soluzioni sulla base di analisi e approfondimenti. Sarà un Partito Democratico attento.

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