A CURA DI GIOVANNI DI RUBBA

Frammenti dell’anima. di Maria Grazia Russo. Isei; Editore del Terzo Millennio. 2003,

classe’80. Recensione a modo amado mio.

E ti ho letto letta, due volte tra zagare in fiore. Pandemia I e Pandemia II. Lettura. 

Sei la donna dantesca del ciel della luna, ti manca qualco0sa e brami il ciel. Bene ottimamente navighi. Navighi. Ove sei9 ora navighi ancora naufraga? Tra i campi attorno a Pomigliano innevati o giù di lì. 2001. Un-du’, tre’. Via. 2002.

Ah sì. Eccoti. Marzio, carissimo re di Roma. 

Sì sei nella strada o tra i cespi come nel firmamento. E due volte metti cinque punti, e con lui solo sono tre. Ti sospendi, ti sospendi nell’infinito spandendoti. 

Questa notte una lucciola illumina la mia finestra. Indagando gli sguardi e gli intrecci per poi. Ma era l’eco lo9ntano i9nedito di un solo concerto.

Eh una gocci inonda il cielo. Cereo. E siamo gocce di memoria. Una storia che non può più tornare.

Ricordi sfiorivano le viole.

Io non ti conosco.

Ricorda ti ho letto, ti ho letta solo due volte. L’anno passato e l’anno in corso. 

Deh perché fuggi rapida così? Come è delizioso andar sulla carrozzella.

Trovarti posata in un angolino dimenticata, in una edicola pomiliacon la mascherina indossata e l’edicolante scazzato.

Non si ascolta più, non si parla più come ai mercatini.

Io non ti appartengo. Tu non mi appartieni.

Comunque grazie ancora grazie. Vista l’ora.

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