Sono tantissime le segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi giorni riguardo problemi di ricezione del segnale televisivo, ieri è stato per l’appunto creato un post unico di segnalazione per capire se il problema fosse localizzato in una parte specifica della città. Si è potuto riscontrare, dunque, una scarsa visibilità o talvolta totale assenza di segnale su tutto il territorio. A tal proposito abbiamo fatto una indagine sul fenomeno ed abbiamo appurato che la motivazione di tale disagio è dovuto al cambiamento delle frequenze, infatti dal 30 giugno 2022 in Italia entrerà in scena il nuovo digitale terrestre, il cosiddetto DVB-T2, e per questo motivo le frequenze a Pomigliano d’Arco stanno già traslocando sulla nuova “piattaforma”, seppure in maniera molto lenta.

Scopriamo meglio di cosa si tratta.

DVB-T2 è un acronimo con cui ci si riferisce al sistema televisivo digitale terrestre di seconda generazione. L’obiettivo è da un lato quello di migliorare la ricezione con apparati fissi e portatili, dall’altro quello di far crescere le velocità di trasmissione rispetto all’attuale DVB-T. Entrando nei dettagli, i network televisivi entro il 2022 dovranno abbandonare completamente l’utilizzo delle frequenze sulla banda dei 700 MHz (attualmente utilizzate) in modo che siano rese disponibili per la connettività 5G. Si tratta di frequenze trasmissive che risulteranno particolarmente interessanti per gli operatori di telefonia mobile e per le società che offriranno servizi di connettività a banda ultralarga di tipo fixed wireless. Esse permetteranno infatti di ampliare le possibilità di carrier aggregation e di superare meglio gli ostacoli consentendo di arrivare a fornire fino a 20 Gbps in downstream.

Insomma profondi cambiamenti già in atto che, sotto quasi tutti i punti di vista, sconvolgeranno l’esperienza di visione, e non solo, di tutti i telespettatori italiani, infatti la maggior parte dei televisori prodotti prima del 2017 diventerà inutilizzabile se non con l’aiuto di un decoder apposito che gli permetta di ricevere il nuovo segnale. Quattro anni di tempo per adeguarsi a un cambiamento ancora più radicale rispetto a quello storico del 2010 che aveva visto, tra mille polemiche, disagi e problemi, l’arrivo del digitale terrestre. La storia, seppur con modalità diverse, potrebbe ripetersi.

 

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