In merito all’articolo apparso ieri sul cartaceo in edicola de IL MATTINO, e ripreso da questo sito, la redazione di pomigliano LIVE ha contattato una delle 6 persone citate nel pezzo per raccogliere la testimonianza diretta ed essere aggiornata sugli accaduti di questi giorni. Dunque abbiamo provato a fare il punto della situazione cercando di chiudere il cerchio dato che negli ultimi giorni, in giro, si legge e si sente di tutto di più.

La redazione ha quindi richiesto una testimonianza scritta che non è tardata ad arrivare. Ecco quanto:

«Tutto ha inizio lunedì mattina. Una quarantina di persone si riuniscono sotto al comune per cercare di chiedere chiarimenti al sindaco in merito alla questione targhe alterne. Attendono un po’ di ore dopodiché il segretario del sindaco gli accorda un appuntamento alle 13.30 del giorno dopo. Però il segretario specifica che il sindaco riceverà solo una delegazione di 5 persone».

«Il martedì la delegazione va all’appuntamento alle 13.30, ma non viene ricevuta in quanto il sindaco è impegnato con una riunione con i commercianti. Nel frattempo la delegazione incontra l’assessore De Cicco a cui chiede di fargli sapere se saranno ricevuti. La delegazione attende fino alle 16 e in quel momento l’assessore menzionato esce dal comune comunicando che il sindaco non potrà ricevere la delegazione in quanto dopo la riunione con i commercianti ha altri impegni. A quel punto vengono scomodati i 5 stelle per parlare dell’accaduto e ci invitano al consiglio comunale».

«Ci presentiamo al consiglio comunale, inizialmente siamo una decina, dopo qualche ora arrivano una decina di commercianti con un foglio con una serie di firme in cui si chiede la revoca del decreto e lo consegnano prima nelle mie mani e poi io lo passo a F.R. Nel consiglio gli ordini del giorno sono più di 30, e quello delle targhe alterne è il numero 33 quindi ne passerà di tempo per la discussione. A quel punto i commercianti chiamano noi cittadini e ci chiedono se esiste un modo di anticipare la discussione in consiglio visto che loro devono rientrare a lavorare. Manco a farlo apposta incontriamo il sindaco, perché nel frattempo siamo usciti fuori, e chiediamo che ci dedichi 5 minuti ma lui ci risponde che deve presiedere al consiglio e che l’autorizzazione può darla solo il presidente del consiglio. A questo punto rientriamo. Alcuni cittadini insieme ai commercianti intervengono chiedendo che il punto 33 possa essere discusso prima, ma veniamo zittiti varie volte dal presidente del consiglio che chiede più volte l’intervento della polizia municipale. Purtroppo gli animi iniziano ad accendersi, ma non volano ne insulti, ne parolacce, perché cerchiamo di convincere il consiglio ad anticipare questo punto, lo chiediamo ai 5 stelle pure. A quel punto un cittadino anziano interviene infastidito e ci chiama camorristi. A quel punto un commerciante si anima ma sempre non usando ne parolacce, ne ingiurie ma dicendo che lui essendo pensionato non può capire certe preoccupazioni mentre ai commercianti logicamente l’ordinanza sta arrecando danno visto che stanno calando le vendite. Poi la situazione si calma perché intervengono i vigili e ci accomodiamo. Il consigliere Cioffi chiede al presidente di anticipare questo punto ma naturalmente ci vuole il consenso di tutti. Il consenso c’è però manca il sindaco che è colui che dovrà rispondere all’interpellanza. Quindi nel frattempo il consiglio continua con gli altri punti. Dopo una mezz’oretta il sindaco fa sapere che non potrà esserci e che se ne riparlerà alle 14.30. Quindi noi continuiamo ad ascoltare un altro po e poi andiamo via. Appena usciti fuori i vigili ci chiedono di raggiungerli al comando. Noi naturalmente andiamo e diamo le nostre generalità. Chiediamo spiegazioni in merito e ci viene detto che il signore con cui il commerciante ha avuto l’alterco ci ha denunciati, però nello stesso tempo viene chiamato anche lui a dare le generalità. Ma poi si scopre che non è lui, ma solo un suo vicino di sedia».

«Alle 13.45 si discute finalmente il punto 33 ma la maggior parte di noi non c’è. Rientriamo e nel frattempo c’è un altro piccolo accadimento in cui una cittadina sorride ma non per quello che è stato detto durante il consiglio, era una battuta che faceva con me. Viene ripresa dai vigili urbani, a quel punto ne nasce di nuovo un piccolo dibattito, ma sempre civile, e lì si chiede di nuovo il perché il sindaco non ci ha ricevuti. Ma lui risponde che ad alcuni di noi non li riceverà mai. Poi accanto a me un altra cittadina chiede di essere ricevuta e lui risponde che deve prendere appuntamento col segretario. Dopodiché lasciamo definitivamente l’aula. Nessuno di noi ha ricevuto nessuna notifica giudiziaria, tutto quello che si sta vociferando è solo frutto di chiacchiericcio di popolo. Questo è quello che è accaduto» R.D.

Intanto questa mattina nel Parco Pubblico un gruppo di cittadini ha fatto il punto della situazione ed ha deciso di avviare una petizione da consegnare poi all’attenzione del sindaco dove chiede quantomeno di modificare nella sua interezza il provvedimento Targhe Alterne.

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